mercoledì 3 settembre 2008

"Il Padrino" ossia il Film "Irrecensibile".

Ce l'ho fatta.
L'ho visto.

E lasciate che sia terribilmente sincero, appena ho concluso la visione non ho potuto fare a meno di mangiarmi i gomiti per non averlo visto prima.
Mi lancio duqnue in quella che sarà, senza dubbio, la mia recensione più difficile.(anche perchè senza gomiti vi sfido ad usare una tastiera)...

Il Padrino.
Perchè "irrecensibile"?
Il Film di Coppola, è irrecensibile nel senso "canonico" del termine, perchè stilisticamente c'è ben poco da poter criticare.
Le luci, l'interpretazione, la scenggiatura, e soprattutto la colonna sonora, parlano da sole.
Questo film a livello tecnico trasuda passione e stile come poche altre pellicole della storia.
Certo ci si potrebbe soffermare sui "bloopers" classici come la mano di Marlon Brando che si sposta mentre lui è incoscente, o il microfono che compare nel dialogo tra lui e Robert Duvall, ma nella magnificenza di quest'opera questi "errori" diventano "particolarità".
Proprio così.
Il Padrino non è solo un film, è un flusso di immagini ed emozioni che ti investono direttamente e ti entrano sotto pelle.
Non è possibile recensire Il Padrino da un punto di vista prettamente formale, o meglio lo si potrebbe fare, ma risulterebbe un elenco di lodi alla perizia delle interpretazioni, ai movimenti di camera impeccabili, ai tempi narrativi azzeccati, insomma un elogio abbastanza conclusivo.
Metterò quindi in chiaro che questa recensione non sarà una recensione "obbiettiva" bensì una recensione dichiaratamente e spassionatamente "de core".

Il Padrino è una figata.
So che detto così, questa recensione perde ogni velleità obbiettiva, ma del resto ho messo le mani avanti prima no?
La cosa che mi ha sconvolto di questo film è forse ciò che più si avvicina al mio concetto personale di "magia cinematografica".
Guardandolo si è consapevoli che questi personaggi siano dei "fetusi" bastardi maledetti assassini omertosi puzzolenti...ma!?
Non puoi fare a meno di amarli.
"Tieni" per loro, vuoi che "vincano", perchè ti ci affezioni in maniera totale e totalizzante.
Chiunque esca dalla visione di questo film, non potrà che portarsi nel cuore la sorte della Famiglia Corleone, non potrà che dispiacersi per le vicissitudini a cui le altre "famiglie" la sottopongono.
Riuscire a "spostare" l'attenzione o meglio la "disposizione" delle persone verso quelli che comunemente sono definiti "cattivi" (e questi lo sono in quasi ogni sistema di valori umano) senza nascondere o cercare di edulcorare nulla, è un opera di grande arte cinematografica.
Poi c'è Lui.
Marlon.
Immenso, totale,onnipresente anche quando non compare sullo schermo, e quando appare ecco che tutto assume uno spessore nuovo.
Una sola movenza, il grattarsi la guancia con il mignolo, illumina la scena.
E' una dote che gli attori amano definire "innata", forse è così o forse è il frutto di una grande passione e di una grande tecnica. In ogni caso la stella di Brando brilla, ed illumina ogni centimentro dello schermo, ed oltre, per tutta la durata della pellicola.
Coppola dal canto suo ci mette tutto. Cuore, un grande cuore, non posso fare a meno di pensare che abbia riversato gran parte della passione per le sue origini in questo film.
ma ci mette anche la pura semplice e cristallina bravura di cui è capace.
Di nuovo centra un obbiettivo fondamentale per la creazione di quello che oltre ogni dubbio è un "capolavoro".
Più che un Film, una sequenza di immagini e situazioni che sono colate fuori dallo schermo cinematografico e si sono impresse nell'immaginario collettivo.
Le battute storiche ("gli faremo una proposta che non potrà rifiutare") le scene mitiche (La testa del cavallo nel letto) il tono di voce di Vito Corleone, e la colonna sonora.
La passione di un regista sommata nella giusta misura alla tecnica cinematografica.
La giusta mescolanza di questi due elementi consegna alla storia un opera indimenticabile, anche solo l'eccessiva presenza di tecnica, o l'invadenza di un eccessivo "calore" inevitabilmente avrebbero degradato (anche se di poco) l'intera costruzione.
Sarebbe ingiusto non citare la prova di un giovane Al pacino, e di un altrettanto splendido James Caan e un già citato ed equilibratissimo Robert Duvall. Ogni attore si ritaglia un "edicola" lucente nelle pesanti ombre che avvolgono gran parte del film, senza "sporcare" con la propia interpretazione la presenza degli altri.
Romanticamente non posso evitare di pensare che Brado, proprio come il suo Vito Corleone abbia ispirato la sua "Famiglia" di attori, dando un esempio che è stato ben raccolto e coltivato da coloro che hanno avuto la fortuna di poter recitare con lui.

Insomma un film enorme, unico.
Una pietra miliare della cinematografia di ogni tempo.
Il consiglio che posso dare a chi leggesse queste pagine e ancora non abbia visto il film è quello di rimediare subito.
Chiunque dovrebbe aver visto almeno una volta "Il Padrino".

venerdì 29 agosto 2008

Ok, niente Film, ma anche i Telefilm ne sanno...

Ieri sera ammetto di essere stato tentato di colmare il mio "vuoto cosmico" cinematografico, guardando finalmente dopo anni di vergogna ed imbarazzo, per la prima volta "Il Padrino".

Bhè non ce l'ho fatta.
Questione di tempo, premetto, ma non solo.

Accingendomi a inserirlo nel lettore del mio PC, sono stato distratto da una tentazione quasi irresistibile.
Le ultime due puntate della prima serie di "Six Feet Under".

Ho ceduto, lo ammetto.

Ok "Il Padrino" a S.F.U. gli piscia in testa e siamo tutti _ovviamente_ d'accordo.
Ma questo telefilm (come molti telefilm di recente) ha la capacità di manifestarsi sottoforma di scimmia antropomorfa sulla tua spalla e a costringerti la visione compulsiva di una puntata dietro l'altra.
E alla scimmietta non gliele batte proprio un cazzo che il giorno dopo tu abbia degli impegni, che "forse" alle 4.00 del mattino non è il caso di lanciarsi nella visione di un ennesimo episodio.
E tu non puoi fare altro che obbedire agli ordini della scimmietta.

Inedia a parte, il telefilm in questione è davvero buono.
Si tratta delle vicissitudini della Famiglia Fisher alle prese con l'Impresa di Onoranze Funebri "Fisher e Figli" lasciata sulle loro spalle dopo la morte del Padre (avviene nel Pilota, quindi tranquilli, niente Spoiler).
Sceneggiatura fenomenale, personaggi intriganti e una narrazione ben fatta offrono un piatto decisamente gustoso, con una spolverata (abbondate) di cinismo , e un filo di Humor nero che, oltre ad adattarsi perfettamente all'atmosfera dell'intero serial, strappa qualche risata involontaria davvero efficace.

La prima serie dunque ho finito di vederla, rimarrò in attesa della seconda, sperazoso.
Di solito all'alba della seconda serie i Telefilm tendono ad "abbassarsi" leggermente di qualità, ma voci di corridoio smentiscono questa tendenza per Six Feet Under.

Vi terrò informati.
Ora terminato l'aggiornamento (visto che se mi impegno le promesse le mantengo?) scappo al lago.

A presto!

Ricominciamo

Come cantava l'amico Pappalardo.

Quando ho deciso di aprire questo blog mi ero ripromesso di aggiornarlo con una certa frequenza.
Però è dura, lunga e soprattutto richiede uan qualità di cui non sono decisamente dotato. La Costanza.

Però devo farcela, quindi per ora metto qui questo messaggio, testimone della mia buona volontà, a presto una nuova recensione (appena troverò il tempo di vedere o rivedere qualche film).

A presto!

Telemaco

mercoledì 23 gennaio 2008

Triste notizia, Heath Ledger è morto...

E' scomparso Heath Ledger, ritrovato morto nel suo appartamento di Soho.

Alcuni dicono per over dose.

Importa davvero, mi chiedo?
Era un grandissimo attor, molto dotato.
Ha regalato interpretazioni toccanti, non ultima quella di Ennis in "Brokeback Mountain".

Lo ricordiamo come una promettente stella spentasi troppo presto.
Non speculiamo sulla sua persona perchè non c'è nulla da dire.

Mancherà un po' a tutti gli amanti del cinema.

sabato 5 gennaio 2008

Son finite le feste! (Rec. "Man on the Moon")

Come dice il vecchio adagio "L'epifania, tutte le feste si porta via"

Si portasse via anche le luminarie, (che invece rimarranno appese fino a ferragosto) ci farebbe un gran favore...

Tornato da un capodanno meraviglioso, trascorso sui lidi Tarquiniesi, e da un soggiorno a roma che non poteva essere che emozionante.


Amo Roma.


Credo di avere una sorta di legame atavico con quella città, quando scendo dal treno, sento di essere....in pace.
Non so spiegarmi il perchè, forse perchè è una città che mi ricorda molti episodi belli della mia vita, forse perchè trasuda storia da ogni prospettiva, da ogni angolo, o scorcio.

Forse è una visione un po' Romantica, ma è davvero la mia città preferona :) Naturalmente a questi bellissimi 5 giorni di vacanza, ha fatto da contr'altare il viaggio di ritorno.
15 Ore signore e signori!
Ho battuto il record del viaggio lungo le statali di ritorno da Forlì.
Il buon Astaroth, che ha condiviso con me la trasumanza, ad un tratto,mentre eravamo bloccati in stazione, riparati da una bufera di neve e schiacciati tra un prete, un pazzo, e tre ragazze spagnole mi ha guardato e ha detto: "Che Odissea...mi sembra appropriato".
Non mi sento di aggiungere altro :)

Tempo di nuova recensione, oggi parlerò di un film che ho avuto modo di vedere durante il mio soggiorno romano.

"Man on the Moon"

Tema:

Signor Telemaco ci parli di Man on the Moon.

Svolgimento:
Film di Milos Forman (regista e attore Ceco) "Man on the Moon" parla della sorprendente carriera del comico americano Andy Kaufman.

Eccentrico personaggio, Kaufman, (Jim Carrey)formatosi nel sottobosco del cabaret, ottiene vicibilità grazie al produttore George Shapiro (Danny De Vito), e nel corso di una breve carriera, stroncata da una rara forma di tumore ai polmoni, guadagna un enorme successo.

Maestro nell'arte dello spiazzare il pubblico con gag improvvisate, Kauufman, era forse (come tutti i grandi artisti) troppo "avanti" per il proprio tempo.Questo non gli impedì tuttavia di conquistare il pubblico con personaggio sopra le righe e sketch memorabili.

Il suo alter ego Tony Clifton, condiviso con l'amico Bob Zmuda, le sue partecipazioni al Saturday Night Live, gli incontri di wrestling esclusivamente contro donne, sull'onda di provocazioni maschiliste e gratuite erano i suoi tratti distintivi.In un certo senso kaufamn anticipa ingenuamente le macchinazioni di spettacolo a cui oggi siamo tutti abituati.Le telerisse, gli "happening" così accademicamente definiti.

Personalmente non ho mai amato il Carrey comico. Ace Ventura non i fa(ceva) ridere, e ammiravo Carrey solo come "Faccia di Gomma", sorannome che accompagnò ahimè questo attore per gran parte degli inizi dela sua carriera.Poi sono arrivate , timidamente, le prime dimostrazioni della bravura di questo attore, che va ben oltre il verso e la faccia deformata. "The Truman Show" è stato, per me il punto di svolta.In "Man on the Moon" Carrey dimostra di avere la sensibilità necessaria per arrivare a toccare con delicatezza una vasta gamma di corde emotive. Forse un innata sensibilità che lo accomuna al compianto Kaufamn, forse _davvero_ l'estrema versatilità di questo interprete, fatto sta che Carrey brilla in ogni sguardo, movenza e posa che (di nuovo) forse per la prima volta non sono mai gratuite o eccessive.

Ad impedire il facilissimo rischio che il film potesse scivolare in un "One-Man (on the Moon) Show" ci pensa il cast che fa da contorno al protagonista.Un Danny De Vito anch'esso così amabile quando non smacchietta, intenso seppur delicato, un Paul Giamatti che è semplicemente imbarazzante per la sua bravura, e a sorpresa una Courtney Love che evidentemente investe molte del suo persnale nel ruolo della moglie di una personalità eccentrica e sopra le righe.

Colonna Sonora firmata dai R.E.M., da cui il film mutua anche il titolo, già utilizzato da Stripe&Co. per un singolo contenuto in "Automatic For The People" uscito alcuni anni prima del film;singolo dedicato proprio allo scomparso Andy Kaufman.

Tutte le carte in regola per essere un film da guardare in qualsiasi momento, con gli amici, o da consigliare ai genitori.Un esperienza che ripaga ampiamente del tempo investito, lasciandoti a fine del film lo stesso amaro e nostalgico sorriso che si dipinge sul volto di Giamatti, De Vito e Love davanti all'esibizione dell'ennesimo Tony Clifton.

"Now Andy, did you hear about this one? Tell me, are you locked in the punch? Hey Andy, are you goofing on Elvis? Hey baby, are we losing touch? If you believed they put a man on the moon, man on the moon If you believed there's nothing up my sleeve, then nothing is cool"